Brasilia, 19 Mar Justice Alexandre de Moraes, della Corte Suprema del Brasile, ha chiarito sabato a Telegram che solo dopo «il rispetto delle determinazioni giudiziarie» sarà possibile sospendere il blocco dei servizi di quella piattaforma nel Paese.
Lo stesso De Moraes, incaricato di un’indagine sulla diffusione di massa di informazioni false su internet, ha ordinato venerdì la sospensione dei servizi di Telegram, di cui ha detto di aver ignorato dozzine di citazioni e regole che regolano il funzionamento di queste piattaforme nel Paese.
La decisione è stata criticata in termini molto duri dal presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che con i gruppi di estrema destra che lo supportano è gradualmente migrato su Telegram, dopo che molti dei suoi contenuti sono stati rimossi da altre piattaforme per scopi falsi o offensivi.
Questo sabato, dopo che De Moraes ha determinato il blocco dei suoi servizi, uno dei fondatori di Telegram, Pavel Durov, ha affermato che c’erano problemi di «comunicazione» tra la società e il sistema giudiziario brasiliano e ha attribuito a questo la mancanza di risposta alle citazioni in giudizio.
Ha anche chiesto al magistrato «una scadenza» per ottemperare ad alcune decisioni della Giustizia, che, tra l’altro, ha disposto la rimozione dai contenuti delle false informazioni rilasciate dallo stesso Bolsonaro, che mettono in discussione la trasparenza delle urne elettroniche che verranno utilizzate nel elezioni del prossimo ottobre.
Il sistema di voto elettronico è stato adottato in Brasile due decenni fa e non è mai stato oggetto di una denuncia di frode, ma Bolsonaro, eletto con quelle urne nel 2018, sostiene, senza alcuna prova, che sono «manipolabili» e portano a barare.
In un documento diffuso questo sabato e indirizzato a Telegram, De Moraes ha elencato alcune delle «determinazioni giudiziarie» che la società dovrà rispettare per annullare la decisione che ordina il blocco dei suoi servizi, che entrerà in vigore nei prossimi giorni.
Tra gli altri, cita il ritiro di informazioni false diffuse da Bolsonaro, oltre a chiedere alla società di spiegare le sue misure per «combattere la disinformazione» e di nominare un rappresentante legale in Brasile, cosa che non ha ancora rispettato e che, secondo le leggi nazionali, è un requisito per le sue operazioni nel paese.
Bolsonaro, che intende aspirare alla rielezione nelle elezioni del prossimo ottobre, ha ritenuto «inammissibile» il blocco ordinato dal magistrato e ha stabilito che il governo ricorrerà contro questa decisione, attraverso l’avvocato generale dello Stato.
Il leader di estrema destra ha alzato il tono delle sue critiche al sistema elettorale mentre i sondaggi d’opinione hanno rivelato un forte calo della sua popolarità negli ultimi due anni.
Secondo i sondaggi, il chiaro favorito per ottobre è l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che ha un’intenzione di voto vicina al 45%, rispetto al 30% che Bolsonaro otterrebbe.
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